Il giorno 29 Giugno, all’interno del Corso di Mediazione Familiare e Sistemica, si è tenuto il seminario dal titolo “Violenza domestica e di genere: comprendere le ragioni portanti del divieto”, condotto dall’Avv. Paola Zucchi.
Il seminario ha rappresentato un’esperienza illuminante, che ha arricchito la nostra professionalità e ci ha spinti a riflettere profondamente sul ruolo chiave che noi mediatori rivestiamo nel contrastare questa grave piaga sociale.
Le parole della Zucchi hanno evidenziato con chiarezza l’impossibilità di intraprendere un percorso di mediazione familiare in presenza di violenza domestica o di genere. La natura stessa di questo fenomeno, basato su squilibri di potere, coercizione e paura, rende la mediazione non solo inappropriata, ma potenzialmente dannosa per le vittime.
In quanto mediatori, abbiamo l’obbligo di riconoscere i segnali di violenza: è fondamentale saper individuare i potenziali casi, anche quando la violenza non è esplicita, prestando attenzione a dinamiche relazionali squilibrate, precedenti episodi, comportamenti di controllo e intimidazione.
Per garantire la sicurezza di tutti dobbiamo creare un ambiente sicuro e protetto, dove le vittime si sentano libere di esprimersi senza timore di ritorsioni: è una priorità assoluta.
Dobbiamo inoltre regire con competenza e responsabilità, cioè rifiutare di intraprendere la mediazione in caso di violenza accertata o di un rischio concreto di violenza, indirizzando le parti verso le risorse adeguate (forze dell’ordine, centri antiviolenza, e percorsi di cura): questa è una scelta etica e professionale di primaria importanza.
Il seminario ha inoltre sottolineato il ruolo chiave dei mediatori familiari nel promuovere una cultura di rispetto e di non violenza nelle relazioni. La nostra formazione, competenza e sensibilità rappresentano strumenti essenziali per contrastare la violenza domestica e di genere. Attraverso il nostro operato possiamo contribuire a prevenire il fenomeno, intervenendo per tempo sulle dinamiche di relazione, prima che la rabbia evolva in rancore e in odio, coinvolgendo nel nostro lavoro i professionisti che di volta in volta comprendiamo essere necessari, quali psicologi, psicoterapeuti, psichiatri. Ricordiamo il diritto a ricevere le cure e l’attenzione necessari di entrambi i mediandi, ognuno portatore della sua storia trigenerazionale.
Per costruire una società più giusta e pacifica, la mediazione, basata sul rispetto e sulla parità di potere, può rappresentare un modello di relazioni sane e positive da replicare in tutti gli ambiti della vita sociale.
In questo contesto, è essenziale collaborare con altri professionisti: la violenza domestica è un fenomeno complesso che richiede un approccio multidisciplinare. È fondamentale collaborare con avvocati, psicologi, assistenti sociali, forze dell’ordine e centri antiviolenza per offrire alle vittime il supporto e le risorse di cui hanno bisogno, senza dimenticarci di indirizzare a percorsi di cura l’autore o presunto autore di violenza.
È inoltre di estrema importanza sensibilizzare il pubblico sulla violenza domestica e di genere, in modo da prevenire il fenomeno e incoraggiare le vittime a denunciare.
Ringraziamo sentitamente l’Avvocato Zucchi per gli spunti di riflessione e per la preziosa occasione di approfondire la nostra conoscenza su questo tema così delicato.
Invitiamo infine tutti i colleghi mediatori a perseguire una formazione continua, aggiornare costantemente le competenze per essere in grado di riconoscere le diverse forme di violenza domestica e di genere e per intervenire in modo efficace.
Insieme, possiamo fare la differenza.
Il prossimo Corso di Mediazione Familiare e Sistemica inizierà a Gennaio 2025 - Per maggiori informazioni consultate il nostro sito o scrivete alla segreteria: iscramodena@gmail.com
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